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Obbedienza

Gli Atti degli Apostoli notano che "molti dei sacerdoti obbedivano alla fede". La fede è Gesù. Dunque c'è un'obbedienza di fede.
     Quest'obbedienza è totale, assoluta, perché è obbedienza a Dio che si manifesta in modo inequivocabile e ultimativo in Gesù. Le altre manifestazioni di Dio, reali o presunte, sono tutte incomplete, e perciò in qualche modo inferiori alla rivelazione di Dio in Gesù.

Perciò l'obbedienza della fede, come l'intendiamo noi cristiani, è obbedienza totale, senza remore, senza dubbi, anche se con molte domande.
     Inferiore e più precaria dell'obbedienza della fede, è l'obbedienza della religione. Nella religione si mescolano elementi culturali, tradizioni umane, ordini di autorità non assolute (sebbene talvolta vicarie di Dio). Perciò l'obbedienza di religione lega in modo relativo, o, addirittura, se esclude Gesù Risorto e Dio, non può esigere l'obbedienza. Tanto meno può esigere l'obbedienza in nome di Dio (quanta perversione si inocula nelle varie guerre sante o Crociate organizzate con lo slogan "Dio lo vuole!").

La religione richiede obbedienza umana, quindi obbedienza relativizzata, che richiede un'adesione seria (cioè critica) solo in quegli elementi di "rivelazione" che possono esser presenti.
     Un grado infinitamente più basso è ricoperto dall'obbedienza laica. Il laicismo (dal liberismo, al comunismo, al nazismo, al radicalismo, ecc.) si basa su ideologie create da uomini, e inconsistenti nelle loro basi. A stimoli di lega laica, corrisponde un'obbedienza facoltativa e relativa.
     La irragionevolezza del laicismo razionale, consistere nel pretendere un'obbedienza di fede, a una proposta laica.
     Chi ha fede in Gesù, sa come comportarsi liberamente davanti a ideologie e a leggi laiche.

GCM 06.05.04