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Cattive eredità

Un profeta di Dio rimproverava i suoi contemporanei perché attribuivano la causa dei loro mali agli antenati. Insomma la colpa non è mai nostra, ma di quell'infame di Adamo.
     Oggi quel profeta sarebbe un lanciafiamme contro quelli che nascondono la propria imperizia amministrativa e politica dietro la scusa dell' "eredità lasciata dai nostri predecessori". Frase questa che è come nascondersi dietro un filo d'erba.
     Sembra che queste persone abbiano voluto entrare nel possesso dell'eredità, senza conoscerne la consistenza, e che poi - poveri ingenui! - all'improvviso si siano svegliati davanti al notaio che illustrava l'eredità.

"I nostri padri hanno mangiato l'uva acerba, e a noi restano i denti allappati!". Così si lamentavano gli Ebrei, redarguiti dal Profeta.
     Noi, con qualche idea igienica in più, potremmo dire: "Invece di lamentarti, làvati i denti!". E: "Se non sei capace di lavarti i denti, lascia perdere l'eredità!".
Insomma i meriti (pochi) sarebbero del presente, i demeriti (molti) del passato. Ma anche il presente qualche demeritino ce l'ha.

Sovviene la storia della reincarnazione. Si è reincarnati per correggere e per scontare le malefatte di un'esistenza passata. Però siccome l'esistere presente non è privo di malefatte, la reincarnazione si moltiplicherà all'infinito. Forse per questo ci contiamo già a miliardi!

Gesù avrebbe una risposta pronta a chi lamenta un'eredità disastrosa.
     I discepoli interrogarono Gesù: "Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché quest'uomo nascesse cieco?".
Risposta: "Né lui, né i suoi genitori: ma quest'è un'occasione per manifestare la gloria di Dio!" -
     Ossia: non badate a criminalizzare nessuno, ma datevi da fare per costruire positivamente. Anche i cari politici.     

GCM, 03.06.03