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Arroganza

Mi ha lasciato sorpreso e amareggiato la reazione di una fedele marxista, alle indicazioni vaticane sul comportamento etico dei cattolici, operanti nel settore politico: è pur vero che il marxismo, come il suo nemico liberismo, ha ereditato tutta l'acredine di un certo sottoprodotto dell'illuminismo, però il muro di Berlino e le malefatte del liberismo si sono viste già da un pezzo.
     Orbene la signora di cui sopra ha parlato di "arroganza", il semplice fatto che il Vaticano si è espresso. Per non essere arroganti è necessario ridiventare la "chiesa del silenzio"? Però da quale pulpito discende la predica!

Oggi l'istituzione cattolica sta faticosamente liberandosi dall'Inquisizione e dalla conseguente mentalità non ancora tramontata, purtroppo ancora talvolta scambiando la dichiarazione della fede in Gesù con l'imposizione delle idee. Ma ciò che oggi fa il Vaticano, è una pallida idea di ciò che fino a ieri (e ancor oggi in qualche parte del mondo) è stata l'arroganza dei marxisti.
     Se scrive un cardinale (quando sa scrivere), è terrorismo. Se pochi anni or sono veniva detta una parola (magari con il contorno di carri armati) dal Cremlino, allora non era terrorismo, ma libertà di pensare soltanto come volevano quelli là.

Io posso dissentire da ciò che dice un cardinale (chi non ricorda il soave cardinale Ottaviani di quei tempi?), ma non mi scandalizzo se un cardinale parla o scrive, e non mi sento terrorizzato né trattato con arroganza solo per il fatto che lui si esprime, fosse anche in forma ufficiale.
     Capisco che, quando una persona cerca di interpretare la parola di Dio, possa spaventare qualcuno. Ma il problema non si risolve con il tappare la bocca di chi parla o con il coprirlo di vituperio.
     Il problema riguarda chi legge o chi ascolta, perché è la sua precomprensione che viene scossa, e le sue sicurezze non ancora solide, che sono turbate. Qui si tratta di porre in discussione la verità e la sicurezza (o sicumera?) personale. Gridare "al lupo!" non serve, se il lupo in realtà si annida nel cuore di chi grida.  

GCM,  17.01.03