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Crimini contro l'umanità

Siamo inorriditi quando ci comunicano la perpetrazione di un cosiddetto crimine contro l'umanità. Restiamo inorriditi per i Gulag e per i Lager, per le pulizie etniche in Africa, in Asia, in Europa, per i bambini vittime della pedofilia, per la torture della mafia, e le uccisioni di Mladic, per i terroristi demolitori delle Twin Towers.  

Meno però per i milioni di aborti, e per i bambini maltrattati e per le segretarie prostitute e per le prostitute non segretarie.
     Domanda: da chi è definito il "crimine contro l'umanità"? Dall'etica generale, dall'ONU, dai tribunali internazionali. Questi e altri decidono, in base alle proprie idee, più o meno metafisiche o illuministiche, quali sono i crimini contro l'umanità. Evidentemente è crimine contro l'umanità la guerra scatenata da Hitler, e non la guerra preventiva scatenata da Bush.
     Dunque: una certa mentalità umana, che ama definirsi retta e "universale" decreta lo statuto dei crimini contro l'umanità. È, quindi, l'uomo che detta legge, secondo una certa prospettiva etico-politica: che poi spesso è l'etica del più forte.

I "criminali" sono anch'essi uomini, solo uomini, che agiscono secondo un'altra prospettiva, anche quella umana (cioè creata da uomini) e dettata da ragioni etico-politiche. Uomo contro uomo: vince il gruppo che è più numeroso e più forte (Norimberga). Due etiche a confronto e in scontro. Nessuna delle due pienamente autorizzata da un'autorità superiore, ma autoautorizzata in base a principi da se stessa stabiliti (illuminismo).
     Criminali sono coloro che seguono l'altra etica e non il nostro collaudato buon senso.

Ci sarebbe qualcuno che, al di sopra delle due etiche, potrebbe dare un giudizio autorevole. Ma a questo qualcuno non si ricorre facilmente, perché risponde al nome di Dio. E Dio è, per questa brava gente, un po' fuori mano.

GCM, 19.08.03