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La via del cuore

Giuseppe, fidanzato di Maria, patisce una grande conflittualità, allo scoprire che Maria è rimasta incinta, anzi - secondo il Vangelo di Matteo - fu trovata incinta.
     Matteo, scrivendo per gli Ebrei, sottolinea le pene di Giuseppe. Luca invece si attarda di più sulla psicologia della donna, di Maria, per manifestare le sue perplessità di fronte alle parole dell'angelo.
     La conflittualità di Giuseppe, davanti all'opera di Dio nella gravidanza di Maria, nasce dalla sua "santità" in contrasto con il suo cuore.

L'evangelista nota: "essendo un giusto". La giustizia, per un ebreo di allora, corrispondeva a ciò che noi oggi diciamo santità. Per indicare una persona spiccatamente religiosa, allora si diceva "è un giusto". Oggi si dice "è un santo".
     Perciò la santità di Giuseppe si trovava a disagio davanti all'azione di Dio. O, se vogliamo, la santità costruita dall'uomo, era lontana, quasi opposta, all'opera dello Spirito.
     Contro la "santità" si ponevano l'opera di Dio e le ragioni del cuore: "non volendo abbandonarla".

Dio è in armonia con le esigenze del cuore, ed è in contraddizione con la santità, che cerca la soluzione di compromesso: lasciare Maria, ma senza chiasso.
     Di notte - in sogno, manifestazione dei nostri desideri più veri - Giuseppe risolve la situazione, dando ragione al cuore e trovando in esso la volontà di Dio. Poiché Dio è sempre alleato con il nostro cuore: ci hai fatto per te, Signore, e solo dentro di te il nostro cuore trova la sua pace.
     Va' dove ti porta il cuore, e ti troverai nella volontà di Dio, oltre la legge e oltre ogni santità o perfezione, indicata dagli uomini o dalle leggi umane.

GCM, 10.09.03