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Lui è forza

Al profeta che, sfiduciato e debole, voleva lasciarsi andare e sottrarsi al gravoso compito di profeta, zeppo di pericoli e di lotte, Dio invece dice, rincarando la dose: Io ti assegno un campo di azione più vasto e renderò la tua faccia dura come bronzo.
     Nella nostra vita accade spesso che ci spaventiamo davanti alle prove e alle sofferenze che prevediamo. Le vorremmo evitare, perché ci sentiamo deboli e vili, e desideriamo condurre un'esistenza in santa pace, come Don Abbondio. E' un desiderio naturale, ma la vita e la cattiva disposizione del nostro prossimo non rispettano la nostra pace.

Forse è da figli di Dio il vivere la vita cercando di evitare le rogne e utilizzando le nostre energie per studiare piani di ritirata o azioni di vendetta?
     Il figlio di Dio ebbe lotte continue da affrontare, fino alla morte sul Calvario. Lo stesso Gesù indirizzava i suoi verso un altro modo di stare in pace: "Non preparate la vostra discolpa davanti agli eventuali tribunali, perché in quel momento lo Spirito sarà il vostro suggeritore".
     L'indicazione è estensibile ad ogni difficoltà della vita.
     Se noi, tenendo conto della nostra innegabile debolezza, temiamo la lotta, affidandoci solo a Dio possiamo riacquistare la nostra serenità.

E questo affidarci a Dio, ci fa scoprire una realtà che il Vangelo ripete: la nostra debolezza non ci avrebbe aiutato ad affrontare le lotte, ma la forza di Dio ha agito in noi. La confidenza in lui non soltanto è suggerita dalla coscienza del nostro essere inconsistenti, ma ci fa essere umili nel costatare che lui opera in noi. Non la nostra virtù (siamo impastati di paura), ma la sua forza opera in noi, nelle lotte che lui ci presenta.

GCM  30.08.03