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Fedeli al dovere  

“Ligio al proprio dovere”: frase udita e scritta per elogiare un defunto o una persona vivente, questa frase un tempo mi lasciava indifferente. Oggi mi risulta acutamente problematica o fatale.

Coloro che flagellarono a sangue e crocifissero Gesù, furono completamente ligi al loro dovere di boia. Chi condanna un innocente, secondo un certo codice legale di comportamento, è ligio al proprio dovere. Il medico e l’ostetrica che provocano aborti sono ligi ai doveri indicati dai rispettivi codici deontologici. Il giudice che assolve un colpevole, è ligio al dovere di applicare le leggi. Il genitore che continua a castigare i figli, è ligio al dovere della severità. Ogni superiore che “deve” far soffrire i sudditi per applicare una procedura da lui creata, è sempre ligio al proprio dovere.

Quanto durerà il fariseismo, che si cela dietro il “ligio al proprio dovere”? quando cederà la coscienza all’opportunità del “ligio al proprio dovere” per cercare di scolpevolizzarsi?

Il boia sa che al di sopra del proprio mestiere, esiste un eterno “non uccidere”?

Il genitori, i superiori, i capiufficio, gli insegnanti sono ignari che al di sopra del loro codice deontologico, è più urgente “amare il tuo prossimo come te stesso”?

Al giudizio di Dio, non saremo giudicati secondo il nostro essere ligi al dovere (come erano i farisei, che ostacolavano Gesù), ma secondo l’amore: hai amato Dio e i fratelli? Quanto fariseismo “religioso” sta sotto i nostri giudizi o sotto i giudizi di chi comanda, nell’essere “ligi al proprio dovere”?

05.02.2016