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Declino o permanenza?

Accettare il declino dei cristiani in Europa è realismo o mancanza di fede? Gli Ebrei ringraziavano Dio per il “resto di Israele”, e i cristiani europei ringraziano Dio per essere ridotti a minima minoranza, sia tra i “bianchi” che tra gli “arabi”? La razza italiana diminuisce in Italia e sta riducendosi a minoranza. È un bene o un male? È un male per chi volutamente la diminuisce con la denatalità programmata, che è cecità verso il futuro, per un cieco godimento del presente (o anche semplice paura del presente che sfugge?).

Ci si può opporre al declino? L’impero romano stava sciogliendosi per le lotte interne (Costantino e Massenzio), ma proprio allora fermentava il cristianesimo, che non salvò l’impero, ma salvò le persone, infondendo in esse una nuova speranza, speranza così energica da trasmettersi lentamente alle nuove fresche popolazioni invadenti. Le istituzioni romane stavano lentamente sfracellandosi, ma Dio salvava le persone.

Sempre così nella storia. Dio presente nella storia, non principalmente come “Signore della storia” al di fuori di essa, ma come partecipe di una storia, che si evolve… Lui l’eterno. Dio si evolve nella storia, attraverso la nostra quotidiana evoluzione: di noi, in quanto figli del Padre, concorporei di Cristo. Si evolve, anche grazie alla nostra fiducia in lui.

Dentro l’inarrestabile declino dell’Occidente, resta una vita che permea ed è la fede dei credenti. L’umanità cesserà quando forse al ritorno di Gesù non ci sarà “fede sulla terra”? O proprio allora apparirà il Cristo, glorioso “tra le nubi del cielo” e nel cuore dei credenti?

27.04.17