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Italia in bigello.

S. Francesco e i suoi frati vestivano di sacco in bigello. Il bigello era un panno greggio, vagamente grigio, intessuto da lane nere e bianche intrecciate. Il colore in realtà non era uniforme, ma scandito di bianco e nero.

Tale è oggi l'Italia.

I politici della maggioranza esaltano il bianco, ossia tutte le realizzazioni fatte soprattutto a parole, e tutto l’ottimismo per i risultati.

I politici dell’opposizione descrivono tutto il nero delle “cose” non fatte.

Evidentemente recano pena i loro atteggiamenti, che non riescono a intrecciarsi.

Poi ci siamo noi, italiani come i politici e un po’ più di loro almeno qualche volta. Noi nella realtà quotidiana dentro la quale intrecciamo solidamente bianco e nero, senza sfumature, in un bigello di toni alternati.

Il bianco: nonostante tutto ancora campiamo. La vita non è finita, ci prendiamo i nostri piccoli lussi, i nostri modesti piaceri, la nostra libertà di non credere a giornali e a televisioni, e di criticare i politici.

Il nero: le difficoltà quotidiane, il bilancio che stenta a quadrare, la rabbia perché la casta non ci bada e perché il vicino di casa ci importuna.

Bianco e nero, fuori degli schemi esasperati dei politici, è il trantran di ogni giorno, di ogni settimana.

L’Italia in bigello, forse a dispetto di taluni politici, è un’Italia, che, con la crisi, va francescanizzandosi. Probabilmente perché S. Francesco d’Assisi è il protettore primario d’Italia.

E noi, mentre i politici s’oppongono tra di loro e discutono, tiriamo avanti e trasciniamo l’Italia stessa.

                     
GCM 01.02.09