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Persona unica

La mia via. Così si intitolava un vecchio film con Bing Crosby. Mi suscita l’idea che ogni persona ha una sua vita e una propria via, unica nel tempo e nello spazio. Per Dio io sono soltanto io, che non posso essere né clonato né irreggimentato.

Come me, ogni altra persona segue la propria unica via. Come un filo d’erba si distingua da tutti gli altri miliardi di fili d’erba, e come un fiocco di neve si distingue da tutti gli altri miliardi di fiocchi di neve, così ogni uomo e ogni donna si distinguono dagli altri miliardi di uomini e di donne.

Dio crea divinamente, senza parsimonia. In Dio non esiste la creazione in serie.

Le conseguenze per me, per la Chiesa, per la società, sono innumerevoli.

Le leggi, le norme, i precetti non creano le persone, ma indicano soltanto convenienze sociali.

Cade l’idea dei direttori di spirito, che impongono criteri di vedere, di sentire e di agire. E definitivamente si instaura la figura dell’accompagnatore, attento al cammino dell’altro. Il pastore non crea le pecore, ma le conduce a quel pascolo di cui naturalmente abbisognano.

Perde senso il metodo direttivo in psicologia e in psicoterapia. Io non conosco completamente me stesso e sono soggetto ad errori, figurarsi se sono in grado di dirigere gli altri. Tutt’al più posso, insieme con l’interessato, ipotizzare un percorso. Perciò si staglia la paziente opera della non direttività.

Cade la pretesa di criticare i comportamenti degli altri, per instradarli secondo il semplice criterio personale, che è seguito ferocemente dalla persone immature, paurose, e ...pretensiose.

GCM 08.05.06