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Sesso incompleto

A chi si arresta nella fase adolescenziale dell’omosessualità, manca la completezza. Le energie fisiche e psichiche riservate all’incontro con l’altro sesso restano involute e represse.

E’ pur vero che il dialogo uomo-donna non sempre è agevole: troppi misteri del sesso opposto devono essere svelati e attuati con costanza e con amore.

Eppure se l’uomo “non deve restare solo”, riprendendo qui le parole della Genesi, non può asserragliarsi nei confini del proprio sesso. Chiusura perfino condivisa in due, ma sempre chiusura.

Questa chiusura può anche trasformarsi in orgoglio o in arte, ma è manchevole a livello esistenziale.

S.Paolo annovera tra i castighi inflitti ai non credenti, anche l’omosessualità. Per lui l’omosessualità è non solo una perversione, ma un castigo inflitto dalla natura ai non credenti.

Si potrebbe quindi cercare la relazione tra infedeltà ateistica e omosessualità. Quali dinamiche della non fede conducono all’omosessualità e non solo a quella?

Un velo di tristezza si riversa sulle persone arrestate nell’omosessualità: esse non hanno sviluppato tutte le possibilità della relazione umana. Perciò anche la relazione con Dio, apice di tutte le relazioni, è privata di una componente psichica essenziale.

Che cosa dire dei “castrati” (parola di Gesù) per il regno dei cieli? Sono privi di relazionalità nel rivolgersi al Padre?

Gesù accenna non agli omosessuali, ma ai non sposati, cioè a coloro che non generano figli, perché dediti completamente all’opera di Dio.

La risposta è facile: nella vita di Gesù, tra le altre persone, c’è Maria di Betania.

GCM 02.05.06