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Serietà

Le persone serie fanno ridere.
Chi sa ironizzare su se stesso impugna già un bello scudo contro la propria ridicolaggine.
Anche i ridanciani fanno ridere. Credono di aver in tasca la bacchetta magica dell’allegria. E riescono talvolta a far piangere. La persona serena riesce a lasciar ridere chi ride, e piangere chi piange, semplicemente standole accanto.

Gesù non era una persona seria, perché era capace di arrabbiarsi e di pregare.
Infatti le persone serie non s’arrabbiano. Se s’arrabbiassero, perderebbero la compostezza, emblema della serietà. Non riescono neppure a pregare, perché la preghiera, quella del cuore, richiede abbandono, danza, riso e pianto. Invece le persone serie devono restare sempre equanimi. La city di Londra è zeppa (o era zeppa) di persone serie.
Gesù non era una persona seria. Rimproverava gli Apostoli che allontanavano quei chiassosi di bambini. Chi se l’intende con i bambini, gioca con loro, li circonda di tenerezza, decisamente non può essere una persona riservata e seria. Gesù non era una persona seria, perché era un uomo autentico, senza immagini errate di se stesso. Era autentico, perché compiva sempre la volontà del Padre. Non doveva paludarsi davanti allo specchio, perché era solo e sempre se stesso. Il paludamento di un io ideale (quel che si vorrebbe essere e non si è) condanna a perdere l’io reale. Certo che una bella preghierina quotidiana potrebbe essere: "Padre, liberami dalla pretesa di essere una persona seria!".
Forse la letizia francescana si avvale anche del benevolo sorriso su noi stessi.

GCM, 17.03.03