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Gesù guaritore

I Vangeli ci ricordano Gesù sotto molte angolature: uomo, maestro, guaritore, profeta, risorto dopo la passione.
Ciascuna di queste angolature si articola su diversi piani. Per esempio, il maestro talvolta impartisce delle indicazioni di buon senso, altre volte scava nel cuore, o indica la via per la salvezza oppure l'amore del Padre per noi.

Anche Gesù guaritore si mostra in livelli e in condizioni diversificate. Mi garba ricordare tre livelli molto bene definiti.
Il primo livello è quello fisico. Gesù guarisce, pure con il miracolo (buona tecnica medica anche se … un po' antiquata!), le malattie e addirittura resuscita da morte (cosa non sempre riuscita al nostro reparto di terapia intensiva).
Il secondo livello è psichico: Gesù libera dalle malattie psichiche, quelle che ai suoi tempi erano definite come influssi diabolici. Si serve della parola, dell'esorcismo, del comando. Gesù però è il guaritore di tutta la persona, non solo del corpo e della psiche. Egli è il "salvatore", colui che salva tutta la persona dal suo precipitare nella morte perpetua. La sua salvezza è l'azione guaritoria più caratteristica.

Se Gesù non guarisce la persona intera, la sua opera è monca, forse inutile. Come quella volta che sazia i corpi affamati di 5.000 persone, e poi, quando vuol portare la salvezza alle persone con il grande discorso sul cibo per la vita eterna, tutti l'abbandonano.
Alla salvezza totale, all'indirizzo basilare dell'uomo, Gesù convoglia la propria azione. Ecco perché quando guarisce i corpi e le psiche, dice "la tua fede ti salva". La guarigione è completa non perché si ristabilisce un meccanismo fisico o psichico, ma perché la vita ritrova il proprio orientamento davanti a Dio.
È una lezione importante per i terapisti e i medici cristiani.
GCM 10.05.03