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Misericordia

Presso il Giordano, Giovanni Battista predicava penitenza e battezzava per pulire le persone dal peccato.
L'ambiente era energicamente attraversato da un'atmosfera carica di emotività. Quel Giovanni non scherzava. Era un asceta, grave con sé e con gli altri. Il male delle sua società lo feriva, incuneandosi nel cuore. Perciò vedeva che era giunto il tempo di estirpare il male, recidendolo fin dalle radici. Un bruciante rimedio chirurgico.
La gente lo seguiva. Anche la gente percepiva la corruzione nella quale si trovava irretita. Pentimenti e propositi di cambiare vita per sfuggire alla catastrofe imminente. L'aria era piovorna, precedente il temporale.

"Che cosa faremo?". Tutti si chiedevano. E Giovanni non riusciva a comunicare altro che indicazioni di un vivere onesto: non rubare, non violentare, ricordati di chi è più povero di te.
Invece su questo mondo di tristezza e di penitenza, si squarcia il cielo, ma non è tempesta. Una voce gioiosa avverte: "Tu sei il figlio l'amato, attraverso te io sono benevolo!".
L'atmosfera si schiarisce e si alleggerisce.
A quella voce non interessano i castighi, le penitenze, i ravvedimenti. Interessa l'amore per quell'uomo, che, confuso tra gli altri, dopo aver chiesto una giusta penitenza, esce dall'acqua del battesimo.

Dalla penitenza all'amore. È il significato del Giordano, dove si mescola finalmente al terrore l'amore, fino a che l'amore sbratterà il cuore dell'uomo dal terrore. Al terrorista Giovanni (potessero tutti i terroristi convertirsi al terrorismo di Giovanni!) si sostituirebbe l'amorevole Gesù.
I discepoli di Giovanni iniziano allora la migrazione verso Gesù.

GCM, 03.04.03