HOME

Home > Gesù UOMO > Articoli 2003 > Perché uomo?

Perché uomo?

Ci si domanda da secoli: perché Dio si è fatto uomo? O, in termini accademici, si chiede: "Perché l'Incarnazione?".
La speculazione teologica si è data un bel daffare.
Alla fine le risposte si sono incanalate in due filoni: quello tomista (S. Tommaso d'Aquino e i domenicani), quella francescana (S. Bonaventura, Duns Scoto e i francescani). I primi dicono press'a poco: Gesù si è incarnato per cancellare il peccato commesso da Adamo e per rispondere alla giustizia di Dio. I secondi dicono: Gesù si è incarnato per completare l'opera della creazione, indipendentemente dall'incidente del peccato.

Come si vede, questi due modi di rispondere guardano la terra, ossia quello che conviene o è necessario per l'ordine di quaggiù. Osservano l'effetto terreno dell'Incarnazione.
Il Vangelo di Giovanni segue un'altra prospettiva: non guarda dalla terra in su, ma dal cielo in giù. Non sottolinea l'esigenza dell'Incarnazione a beneficio dell'uomo, ma l'esigenza dell'Incarnazione secondo la sensibilità di Dio.
Infatti "Dio ha tanto amato l'uomo da dare suo figlio". Qui non si considera la giustizia offesa, né la completezza dell'opera. Si guarda la dinamica che spinge Dio a donare il Figlio.

Questa dinamica è l'amore. Dio è amore e ogni sua azione è solo amore. Non una giustizia offesa (è quasi volgare il concetto di questa giustizia riferita a Dio), non un architetto insoddisfatto, ma una spinta d'amore irresistibile. Tutto è amore ciò che è in Dio o che esce dalle mani di Dio.
Noi siamo frutto di quest'amore infinito.
Perciò Gesù che è frutto d'amore, vive d'amore. "Dopo aver amato i suoi, li amò sino alla fine". E quando agiva, spesso gli evangelisti notano: "Si commosse nelle viscere!". Oceano d'amore, nel quale siamo immersi.

GCM, 05.08.03