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L'amore di Dio

L'amore di Dio. Ci credo, m'affido, ne parlo.
    Eppure esso è tanto misterioso, quanto infinito. C'è: ne sono certissimo. Mi basta contemplare Gesù, e l'amore di Dio penetra il mio cuore. Però, proprio nel momento in cui intuisco con il mio cuore l'amore di Dio, sento l'urgenza di chiedere: fammi scoprire il tuo amore.

Anche l'amore per l'uomo o per la donna si eclissa proprio quando ci sembra di averlo raggiunto e gustato. Anche la donna e l'uomo sono mistero, per quanto esile.
    L'amore di Dio svanisce, proprio quando fa ardere, perché brucia dolcemente. È un amore che non si raggiunge, perché attira, avvince, esalta, brucia, ma non si lascia raggiungere, perché non si può raggiungere.
    Soltanto Dio, amandosi nella Trinità, può raggiungere Dio. Ma anche per Dio il suo amore resta infinito, mai circoscrivibile e, perciò, illimitatamente eterno.

Vivo d'amore, ma non delimito l'amore. In questo mi sento immagine e somiglianza della Trinità.
Il gemito d'amore si sprigiona nel momento dell'amore, e ne segna l'atto supremo e la scomparsa.
    Il coito è una pallidissima impronta dell'amore trinitario: attraimento e scomparsa quando ci si illude di averlo raggiunto. Eppure la scomparsa lascia traccia: è beatitudine.

L'amore di Dio, oggi, si confonde in me con il desiderio e con la speranza. E non soltanto perché Dio è infinito, ma anche perché l'amore è infinito, non delimitato e tende a perdersi nell'amato.
    L'amore di Dio è desiderio, ma non tormento. Attira e non frustra.
    Illumina il volto, sebbene sia tenebra per l'occhio.
    È un amore reso dolce dalla speranza e dalla certezza: Lui mi ama.

GCM      17.06.02