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Per Gesù al Padre

Il Padre vi ama, perché avete creduto in me. Queste sono parole del nostro Gesù.
     Dunque, è sufficiente arrivare a Gesù, per essere certi di aver trovato Dio. Anzi, solo l'aver trovato Gesù e l'avergli creduto, dona la certezza di essere in rapporto con Dio.

Non occorre "amare Dio", secondo una malintesa precettistica ebraica, per essere amati da lui in reciprocità. Dio ci ama, se noi accettiamo Gesù. Aver creduto a Gesù, è la porta spalancata per sentirci inondati dall'amore di Dio.

L'amore di Dio si effonde dentro di noi nello Spirito Santo. Perciò credere a Gesù, fidarci di lui, è già presenza e opera di Spirito Santo.

Perché Gesù esclusivizza sulla propria persona la nostra relazione con il Padre? È una sua pretesa, oppure è un dono del Padre, intenerito per la nostra debolezza?
     Il debole non è grande, né si vanta di essere forte. Allora il Padre "acconsente" alla nostra debolezza, perché sa di che cosa siamo fatti.
     Conosce i nostri sensi che toccano e vedono. Sa che attraverso i sensi noi giungiamo alla verità. E per i nostri sensi ci dona un Dio fatto creatura.

L'idolo è una creatura fatta dio dalla nostra fantasia. Gesù è Dio reso creatura dalla reale potenza di Dio.

Il nostro bisogno di toccare e di costatare, è stato istillata in noi da Dio, nel crearci. Gesù è la risposta sensibile, preparata da sempre per rispondere al nostro bisogno di corporeità.
     L'armonia tra il nostro corpo e Gesù, non è una strana combinazione casuale, ma una realtà costituzionale. Siamo fatti per Gesù, Gesù è fatto per noi. Inoltre Gesù è fatto per il Padre, e, trascinati da lui, anche noi, in Gesù, siamo fatti per il Padre.

È proprio vero: "Mostraci il Padre e ci basta!".

GCM, 11.05.02