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Dio cerca

Si ode frequentemente la frase: la mia situazione religiosa è questa: non sono ateo, però sono in ricerca!
     La falsità, che pretenderebbe di nascondersi in questa frase, è lampante: è la frase di chi non vuol decidere, di chi fugge dall'impegnarsi. Il classico piede in due staffe: non rinnego e non affermo.
     La falsità inoltre è notata dal Vangelo. Infatti non siamo noi che cerchiamo Dio, è Dio che cerca noi. "Il figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto". Il pastore cerca la pecora disorientata.
Paolo notava: Dio non è nascosto. E' sufficiente aprire gli occhi.

Dio che ci ha creati prima che noi fossimo o movessimo nessun passo, è lo stesso Dio che prende l'iniziativa di cercarci.
     "Questo è l'amore- ci assicura la 1° lettera di Giovanni- : Dio ci ha amato per primo".
     Del resto dove noi potremmo cercare Dio? Egli è già dovunque: alla nostra fronte e alla nostra schiena, nei cieli e negli abissi. Così ci fa riflettere un Salmo.
     Dio ci ha cercato e ci cerca e ci insegue. Non accettare il suo inseguimento è frutto della nostra libertà, che sceglie la malvagità. "Perché dai calci allo stimolo?" Gesù così rimproverava Paolo, che era stato cercato da Gesù, nei pressi di Damasco.

Allora l'unico nostro compito, che coincide con la nostra felicità, è accettare, aprire la porta, unirci al Dio che ci cerca, non rendere vano il suo amore, il suo bisogno di stare con i figli, fratelli del Figlio.
     Il Padre non sarebbe Dio Trinità, se non fosse sempre in "contatto"con il Figlio. Il Padre soffre una diminuzione affettiva se noi - immersi nel Figlio - non ci lasciamo agganciare a lui. GCM,  18.11.03