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Volto trinitario

Leggo in un mirabile libro: il volto trinitario di Gesù.
Il suo volto trinitario, oggi (che significa "oggi" per Dio eterno?) è invaso dal Padre e dallo Spirito. Se io mi incontro con Gesù, il suo splendore che traspare gioioso, è anche luce del Padre e dello Spirito. Il suo amore è danza che mi travolge nella danza della Trinità. Quando arriverà il giorno, che tutto questo mi inonderà talmente che io restando me stesso sarò preso dal vortice dolce e amoroso della Trinità?
      Quando si ama una persona, si è presi dal bisogno di danzare con lei.

Purtroppo il ballo a coppie non deriva dall'amore. Ma se fosse conseguenza d'amore, farebbe intuire la gioia della Trinità.
     Gesù aveva un volto trinitario già da questa terra. Non fu accademia quel suo "chi vede me vede il Padre". Le sue lunghe preghiere notturne erano il suo lasciarsi andare nel Padre, il suo libero scorrere nella Trinità.
     Il tuffo nella profondità di se stesso, era il tuffo nella danza trinitaria, il continuo concedersi del Padre al Figlio, del Figlio al Padre.
     La sua preghiera, soprattutto quella notturna, non era soltanto parola, ma immersione silenziosa, intensa, gioiosa nelle braccia del Padre.

Il suo invito alla fede in lui, era un invito all'affogare allegro nel Padre. Un invito a perderci nella Trinità. Ad abbandonare concetti, paure e parole, per sentirci immersi nello sperimentare l'infinita (senza definizioni né intellettuali né emotive) dolcezza del nostro Dio. E' contemplazione, alla quale abbandonarci, quando lo Spirito ci dona di superare formule e preghiere, per vivere liberi nella libertà di Dio, che continua a svelarsi a noi nel volto trinitario di Gesù.

GCM, 05.12.03