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La scissione


    Mi interesso di leggi, non di morale. Tale è la posizione dichiarata da colei che ha presentato il disegno di legge sulle unioni civili.

Credo sia un programma, e che tale programma sia appoggiato e approvato da due partiti. Leggi senza morale o contro la morale. Poi quei partiti parlano di valori etici. Per chi ha un po’ di sale in testa, la situazione è chiara.

Se le leggi sono senza morale, e la morale è richiesta naturalmente per osservare le leggi, allora le leggi non obbligano in coscienza, ma soltanto sotto la minaccia delle sanzioni.

Adesso che i legislatori si dissociano dalla morale, il farla franca davanti alle leggi dello stato è “lecito”, anche se non “legale”. Lo stato può franare, senza obbligo di nessun cittadino a salvare lo stato. Via la morale, fugge anche il “buon senso”, che della morale è una spia.

È una finzione affermare che una cosa è legale, sebbene non morale. Su che cosa ormai si può basare un cittadino anche semplicemente per essere cittadino?

Da qui, per coloro che ancora posseggono un senso morale, si pone il problema: è morale recarsi alle urne, dal momento che il votare è un obbligo, ma un obbligo di che tipo?

E poi chi ha il senso morale, qualora vada a votare, nelle elezioni, può votare per quei candidati che non rispettano la morale? E non è puro fariseismo lo scandalizzarsi perché i politici sono corrotti? Non sono corrotti, perché solo una autentica morale è contraria alla corruzione.

Forse chi ha affermato quanto si riferiva all’inizio, deve cercare di aggiustarsi le idee.

27.03.15