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Il 31 luglio 2016  

A S. Lorenzo, il 31 luglio, alle 11.30, alla messa era presente una rappresentanza degli islamici. Sono stati accolti perché:

1° L’assassinio di Padre Jacque è stato una perdita e un guadagno. Una perdita per la sottrazione di un santo alla terra, una diminuzione per tutti di un valore umano, un guadagno perché il santo ora è più benefico di prima.

2° Uno dei benefici l’abbiamo toccato con mano. Vi è stato un sussulto di fratellanza, che è tracimata oltre i confini delle singole comunità, per entrare nelle altre comunità di spiritualità.

3° La tracimazione oltre i confini si è verificata nella chiesa francescana. S. Francesco è il santo della fraternità universale. Nel celebre “Laudato si’, mi’ Signore” tutto diventa fratello: perfino frate sole, sorella luna, l’acqua. È bello vivere questo sussulto con Francesco, perché nella stessa lirica “Laudato si’” si parla di una interessante e necessaria beatitudine: “Beati quelli che perdonano nel tuo amore”, cioè la fratellanza non può non sfociare nel perdono.

Noi, cristiani, siamo stati offesi nella stessa nostra carne; gli islamici sono stati lesi nell’onore.

I cristiani hanno sentito su di sé l’odio stupido per quanto abbiamo di caro: fratello e sacerdote inerme, ucciso dalla cattiveria stupida. Gli islamici turlupinati nella loro credenza: il Corano e il nome di Allah presi come nefanda maschera di un assassino.

Questo ieri si viveva e si condivideva nella Messa. Noi, cattolici, facevamo la messa festiva consueta, e la rappresentanza degli Islamici assisteva alla nostra realizzazione di Gesù.

1.08.16