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Gesù resta ancora l'unico risorto

Leggo in un libro, su base sociologica, che oggi sembra si stia passando dal “cogito ergo sum” all’”amo ergo sum”. Dalla padronanza della razionalità alla superiorità dell’”amore”, ossia del sentimento. Ricordo che nel Medio Evo si distinguevano due tendenze: la “cherubica” (per dirla con Dante) impersonata nella razionalità tomistica, e la “serafica” impersonata nell’amore bonaventuriano. L’una e l’altra, soprattutto nelle scuole degli epigoni, si presentavano pretendendo di avere il “primato”.

L’una pretendeva di superare l’altra. Nelle due scuole, che sono arrivate ai giorni nostri, vitali e illuminanti, noi sentiamo presente anche una spiritualità, che ha diretto i domenicani (intelletto) e i francescani (amore).

Senonché le due forze sono presenti nell’unico uomo, il quale si serve tranquillamente di ognuna di esse, secondo le circostanze della vita. Prevalgono? Si accordano? Si compensano? La risposta ovvia è che semplicemente ci sono e agiscono.

Però prima delle scaramucce delle scuole e della sociologia, il cristiano è convinto che Dio è Luce ed è Amore, è Verbo e Spirito Santo, Verbo e Spirito, che non si contendono nessun primato dell’uno su l’altro, perché costituiscono la stessa eterna Unità di Dio.

La sociologia è utile conoscerla e ascoltarla. Ma essa non può arrogarsi il potere di dominare, altrimenti dal cogito ergo, e dall’amo ergo, si passa necessariamente al prevalgo ergo. I fortunati sono i cristiani, i quali osservano, conoscono, ma quando si tratta di indirizzare vita, conoscenza, sapere e amore, hanno da venti secoli, modulato in mille modi, quel Gesù ergo! Nessun sociologo, per quanto santo e molto utile, è ancora risorto.

08.02.16