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Concorso alla pace


    Anche da questo verde che mi circonda può scaturire la pace nel mondo. Il verde mi fa rilassare, mi induce alla serenità, a sentimenti di distensione. Il verde, che amo, mi penetra nei sensi e nel cuore, concorre alla mia pace interiore. Dal tuffo nel verde, io esco disteso e sorridente. Il sorriso influisce sul benessere di chi mi attornia. Anche il sorriso fa parte di quel mio amare, che viene da Dio. Tutto ciò che aiuta la mia distensione, radice di pace, entra nel potenziale di pace, riserva per il benessere di tutte le creature.

    Francesco d’Assisi, l’uomo di pace, l’aveva sentito nella sua pelle e nel suo cuore. Poiché in lui tutto richiamava la serenità in Dio, espresse quel “Cantico delle creature” nel quale invita ogni realtà a “laudare” Dio. La gioia del creato, è espressione di quella pace interiore, di quell’ordine, che permea tutta la realtà. Gli uomini che amano la guerra riescono a distruggere le opere degli uomini, le case, la vita, l’arte. Ma non riescono a toccare l’aurora o il tramonto, l’estate e l’inverno, la crescita spontanea delle piante, di questo verde che esse esprimono e che io godo.

    Tutto quanto insinua la serenità e la distensione (musica, conversazione, passeggi, divertimenti sani) è posto sul versante della pace che viene da Dio. Quando meditavo su Padre Kolbe, mi venne tra le mani una foto che lo ricordava sorridente tra i suoi. Sorriso di partecipazione alla gioia dei piccoli. Come Gesù tra i bambini che egli accarezzava e benediceva. Tutto quanto aumenta il benessere psichico è amico della pace universale. Soprattutto la preghiera, la contemplazione, l’Eucarestia.

    GCM 08.08.14