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Gesù proprio incarnato

Il Vangelo, quando ricorda l’infanzia di Gesù, narra anche del rito ebraico di presentare il primogenito neonato al tempio per essere consacrato a Dio.

Gesù è sottomesso in tutto ai riti religiosi del suo popolo: fa parte dell’incarnazione. Non il vago farsi uomo, ma lo specifico farsi uomo da quella donna, in quel contesto culturale e religioso.

Entra Gesù in quella religione, perché da dentro di essa la vuol elevare e salvare. Egli non è come i satrapi, grandi o piccoli, nelle nazioni e nei conventi, che prima di promuovere qualche utile novità distruggono i valori passati. Succedeva allora con i re babilonesi, succede ora nei governi “democratici”.

Da dentro della religione ebraica Gesù eleva a “cristiana” la religione ebraica. Come, poi la chiesa, entrando nella religione pagana, immette in questa quel Gesù che rende sublime anche il paganesimo. Gli Atti degli Apostoli e le Lettere di Paolo cercano di descrivere questa “elevazione” dell’uomo in Gesù. L’uomo nella sua condizione concreta è elevato, non un uomo ideale.

Se Gesù, in quanto Uomo-Dio, entrasse nelle varie religioni esistenti in terra, distruggerebbe le religioni, oppure le rispetterebbe elevandole? Le Missioni cristiane hanno lo scopo di distruggere il senso religioso dell’uomo o delle religioni, oppure devono inserire in esse Gesù? Non un Gesù adattato o camuffato, ma il Gesù semplicemente autentico.

Come interpretare la salvezza delle religioni umane, con la presenza dell’Uomo-Dio?

29.12.18