HOME

Home > Gesù RISORTO > Articoli 2019 > Gesù Risurrezione

Gesù Risurrezione

Quando noi abbracciamo il Vangelo, dentro di noi siamo penetrati da consolazione. Si intende: abbracciare, non solo leggere; portarlo dentro, non guardarlo da distante. Il Vangelo veicola sempre Gesù, e Gesù non si può che abbracciarlo, tanto caro egli è.

Un brano del Vangelo ci immette in Gesù, perché ci mostra come Gesù si immette in noi, perfino se cadaveri.

Giovanni ci presenta Lazzaro morto e risuscitato.

Marta, sorella di Lazzaro: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto” (Gv 11, 20 ss.). Marta aveva mandato un’ambasciata a Gesù, quando Lazzaro era ancora in vita.

“Ma anche ora so – prosegue Marta - che qualsiasi cosa tu chiedi a Dio, egli te la darà”.

Gesù: “Tuo fratello risorgerà”.

Marta: “So che risorgerà nella risurrezione all’ultimo giorno”.

Gesù corregge: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se fosse morto, vivrà”. Quindi Gesù non è il taumaturgo che im-plora e ottiene la risurrezione, come si dice di S. Antonio, ma è Risurre-zione personale, divina, incarnata.

Gesù è! Non ornato del potere di far risorgere. La risurrezione non è una aggiunta, donata alla sua persona, ma è la stessa Risurrezione. Chi per lui, per il suo “influsso” risorge, è irrorato e impregnato di Gesù.

Invocare Gesù, più che chiedere il suo intervento, è ricevere la sua persona, cara e onnipotente, è essere intimamente abbracciati a lui.

Ecco perché l’Eucarestia è un “riceverlo”, un lasciare che lui ci penetri.

02.02.19