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Il dopodomani

“Venite da me, tutti voi che siete indeboliti e oppressi” dice Gesù.

Ed eccoci, Gesù, che veniamo da te.

Tu ci conforti sempre con la tua Parola, con il dono di te stesso, con l’infusione della speranza.

Tu ci fai sperare, poiché ci lanci verso un futuro certo, che superi le incertezze del futuro prossimo. La sicurezza serena del dopodomani, che risana le ansie del domani.

Tu ci inviti, poiché davvero conosci gli effetti della tua parola e della tua presenza. Tu dici non “Venite alla mia scuola”, bensì “Venite da me”. Presso di te, prima della tua scuola, ci imbattiamo nella tua Persona benedetta e cara.

Alcuni dicono che per essere accolti da te ci si deve fare piccoli e poveri. No: già siamo poveri e piccoli. Non ci resta che riconoscerci piccoli, tanto piccoli da aver necessità di ricorrere a te per riposare un po’.” Troverete ristoro per la vostra vita”.

Ci affanniamo tanto per aver un po’ di pace e di serenità. Con ansia e con poca pace cerchiamo la pace. Tu, invece, ce la offri semplicemente accogliendoci. In te troviamo la pace, senza l’ansia di cercarla.

Eppure siamo tanto assuefatti a guadagnarci tutto, a conquistare, a pagare, che, quando ci viene offerto qualche dono gratuito, siamo molto distanti dal considerarlo prezioso.

Tu sei il sommo bene, presentato gratuitamente. “Così Dio ama l’uomo, che gli dà il suo Figlio”. Anziché godere della gratuità divina, ci fermiamo a domandare se è vero quello che ci viene donato. Sì, proprio increduli davanti al tuo dono. Increduli, uomini senza fede. Perciò senza speranza.

GCM 03.07.05