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L'altra sponda

“Voi avete ucciso! Voi opponete resistenza allo Spirito Santo: come i vostri padri, così anche voi”. Queste sono parole attribuite al secondo martire cristiano (il primo dopo Gesù). Parole analoghe leggiamo nei discorsi di Pietro, come sono ricordati nel libro degli “Atti degli Apostoli”.

Stefano e Pietro, erano essi pure discendenti dai “padri” che avevano ucciso i profeti. Perché accusano, usando il “voi” e non il “noi”? Perché si tirano fuori dal loro gruppo etnico e religioso?

Loro non avevano ucciso l’ultimo, il più grande dei profeti: Gesù. Gesù, inoltre, li aveva assimilati ai profeti, come si evince, per esempio, dall’ultima beatitudine ricordata da Matteo.

Nella vita di Stefano e di Pietro era penetrato un passaggio, che li aveva staccati dagli uccisori dei Profeti: era avvenuta la risurrezione di Gesù, e avevano nutrito quella fede nella persona del Risorto, che li aveva “risuscitati”, cioè fatti rinascere dallo Spirito. Rinati, perciò di un’altra “razza”, che subentrava alla razza ebraica e la superava.

Essi, con la fede in Gesù Risorto, erano passati dalla sponda degli uccisori dei profeti, a quella degli uccisi e risorti. Perciò potevano pronunciare quel “voi” accusatorio ed esortatorio. La fede nella risurrezione li aveva liberati e purificati dal passato: un passato di razza (“non esistono più né ebreo né pagano”, scriveva Paolo), e un passato personale (il peccato è perdonato, lavato nel sangue di Gesù).

Sulla risurrezione si basano la libertà della Chiesa (libera anche dalla sua propria storia, bella o brutta), e la libertà sorridente di ogni persona aderente a Gesù.

GCM 12.04.05