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Cristo e Islam


Gesù rispetta le culture. Rispetta e benefica i romani, guarisce la sirofenicia e l’uomo di Gerasa, accoglie le richieste dei greci.

Dopo l’annuncio agli Ebrei, Paolo, il colpito dalla luce di Gesù, si apre al mondo greco-romano. La fede in Cristo è seminata sia nella cultura ebraica, sia in quella mediterranea.

Oggi la prospettiva più urgente si presenta sotto una nuova angolazione: come la fede in Gesù può entrare nella cultura induista, in quella cinese, in quella islamica, rispettando queste culture, evitando di scambiare l’evangelizzazione con la conquista?

In particolare è dentro di noi la domanda: quale fede in Gesù nella cultura islamica?

Ha possibilità di essere realizzata una fede autentica in Gesù, rispettando la cultura islamica?

Una prima entratura di Gesù nell’Islam la costatiamo già nel Corano. In esso si ammette il Gesù profeta, ma si esclude Gesù, figlio di Dio, per il timore di una ricaduta nel politeismo, dal quale Maometto stava estraendo gli Arabi.

Purtroppo Maometto interpreta la Trinità cristiana sulla base della matematica araba, per la quale tre e uno non si accordano. Dio è fuori dalla portata della matematica umana.

Quando Gesù verrà accettato in tutta la sua dimensione,  si potrà vedere come la fede in Gesù entrerà nella cultura islamica, rispettando il ruolo di profeta di Maometto.

Se si ricorda che all’inizio della riforma islamica, dai cristiani l’Islam era considerato solo un’eresia al pari dei Catari, e non un’altra religione, quella letteratura di allora, potrebbe aiutare come punto di partenza.

GCM 03.10.05