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Natale per ricordare

Si dice, a Natale: Gesù è venuto tra noi. Venne, accompagnato da cori di angeli, forse per mascherare i suoi vagiti e il suo pianto. Anche i nostri presepi sono conditi di carillon e di canti.
Forse ci si dimentica che venne proprio in questo mondo, che non sempre è un mondo di fate.
Venne e rimase tra la povera gente del suo paese (quella povera gente che ancora oggi è pressata da terrorismi e da guerre), e partì da questa terra suscitando il pianto di chi lo amava, e il riso di chi lo odiava.

Poi è ritornato e oggi resta ancora con noi. Ancora in questo mondo, dove c'è l'ematologia, oltre che il chiasso gioioso dei bambini.
Il Natale è per ricordare non una lontana nascita di duemila anni fa, ma una presenza del 2002, sebbene a molti non interessi questa presenza.

Eppure il Natale costituisce un discreto rammentare che Gesù dimora oggi con noi.
Cammina sempre al nostro fianco, lui che conobbe l'essere uomo tra uomini, lui che godette e patì con noi, come noi.

Cammina rasente e noi e dice: "Guardami: oggi sono sereno, di serenità eterna. Ieri la mia serenità era quella di sapere che il Padre stava con me, anche quando fui inchiodato in croce. Domani, se tu ti mantieni vicino a me e mi segui e inizi la beatitudine forgiando la tua serenità sullo stampo della mia, anche tu sarai con me, felice come io sono oggi".

Gesù è un compagno di viaggio, che non ci risparmia il viaggio, ma illumina il viaggiare, dandogli un senso: tutto conduce a lui, se ci lasciamo trasportare dalla vita.
Natale per ricordare che ogni cosa nella nostra vita ha un senso non banale: veniamo dal Padre, torniamo al Padre, attraverso sentieri lisci e scabrosi. Come Gesù.

G. C. M. 10.11.02