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Gesù, l'immediato

Gesù si poneva facilmente al contatto con ogni realtà. Forse anche in questo si palesava il suo essere incarnato e l'esempio per come interpretare e vivere la nostra incarnazione nel mondo.

Egli "vedeva" velocemente tutto: i fiori del prato, l'uccisione degli Ebrei a Siloe, il volto e il desiderio dei bambini, le ragazze che formano il corteo nuziale, i ragazzini che giocano in piazza a imitare danze e funerali, il grano maturo, i pescatori, ecc.

Egli era pronto a raccogliersi, a ritrovare se stesso, le proprie paure, i propri desideri, le proprie gioie, con la stessa rapidità con cui s'accorgeva di tutto ciò che lo circondava. Perciò "vedeva" anche Satana precipitato dal cielo, il cuore dell'uomo ricco che l'abbandona e della prostituta che piange al suoi piedi.
Soprattutto egli "vedeva" il Padre e la verità delle cose e nelle cose.

Gesù era "immediato". Immediato nel cogliere ogni realtà e immediato nel costatare la presenza del Padre in ogni realtà.
Le sue parabole sono frutto di questa doppia immediatezza di sguardo: osservare le cose e le persone, intuirle, e poi attingere in esse la presenza e la trasparenza del Padre.
Gesù era immediato, perché libero. Libero, perché sempre presente a sé, agli uomini, al Padre. Libero, perché incarnazione irreversibile di Dio nel mondo, quindi non succubo a nessuna cosa o persona, ma - come uomo puro - superiore e padrone delle cose, anche attraverso i miracoli.

GCM, 20.04.02