HOME

Home > Gesù MAESTRO > Articoli 2004 > Poveri e ricchi

Poveri e ricchi

Fortunati i poveri, perché vostro è il regno di Dio. Disgrazia, invece, ai ricchi, perché avete già ricevuto la vostra soddisfazione.
Sono frasi che leggiamo nel Vangelo di Luca: cap.6, versetti 20 e 24.
Sono due versi consequenziali. Chi è povero è già in possesso del regno. E' la legge del Magnificat. Chi è ricco, ha la consolazione "sua", non quella di Dio. Il ricco è chiuso in sé stesso. Non è aperto alla consolazione di Dio.

Di solito ho visto tradurre quel "apéchete" rivolto ai ricchi con "avete" la vostra soddisfazione (o consolazione). In realtà "avete" in greco preferisce il vocabolo " echete". Invece "apechete" significa piuttosto "aver ricevuto" - "essere lontano"- "astenersi". I ricchi quindi hanno ricevuto, hanno esaurito la ricompensa, perciò "sono ormai lontani" da essa, non la possono più avere, ossia in qualche modo "si astengono" da essa. Tra loro e la consolazione si è aperto un distacco.
La ricchezza li trattiene lontani dalla ("apò") consolazione, che viene da Dio o che deriva dalla stessa ricchezza.

E' il dramma del ricco infelice e scontento, che s'accorge che qualche cosa di necessario gli manca (il ricco del Vangelo: "Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?"- Gesù: "Ancora una cosa ti manca"), ma non ha il coraggio di allontanarsi dalla ricchezza. Resta la tristezza:
aumenta il benessere, aumentano i suicidi.

Su questo dramma si innesta quel "disgraziati" voi ricchi. Notiamo quel "voi" . Gesù cerca di parlare a persone presenti, come erano presenti i poveri. Tutti si rivolgono a lui: la moglie del ministro delle finanze Cusa, e il pitocco. A questo Gesù dice "beato". A quella rivolge un richiamo addolorato. Gesù ama il povero e il ricco, ma non per confermarli nella loro casta, ma per stimolarli alla loro conversione.

GCM 04.12.03