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Lui in noi

Noi ammiriamo in Gesù, ciò che noi vorremmo essere e non siamo. Lui uomo
libero, affettuoso, costante, astuto, ecc.
Alcuni vedendo Gesù sublime "perfetto" lo vogliono annientare, perché così si liberano dal confrontarsi con lui. E' l'attività del persecutore.
Alcuni vedendo Gesù molto dotato, si scoraggiano e tentano di dimenticarlo, perché è troppo stimolante.
Altri si mettono con semplicità alla scuola di Gesù, sapendo che con lui è già molto se il discepolo diventa come il maestro.
Chi sta alla scuola di Gesù, ode il Maestro dire: "Io e voi siamo una cosa sola, perché voi siete i tralci di me vite".

La perfezione di Gesù non deve essere raggiunta attraverso la nostra perfezione. Essa ci viene regalata per comunicazione. E allora ecco la semplice gioia di essere perfetti in lui, oppure, meglio la gioia che lui è perfetto in noi. Non è perfezione di cui vantarci come di virtù da noi acquisita, sempre esposta all'orgoglio. Ma una gioia per il dono ricevuto. E allora, quando anche noi abbiamo degli sprazzi di pazienza, di astuzia, di mansuetudine, ci accorgiamo che la sua pazienza, la sua astuzia, la sua mansuetudine, seminate in noi con la nostra fede e con la sua grazia, sono affiorate non come nostra conquista, ma come sua grazia.

I nostri piccoli sforzi quotidiani per diventare oggi meno pestiferi di ieri, sono radicati in Gesù e da lui apprendono vigore e attuazione.
Gesù ci attira come modello, e poi opera in noi come forza che ci trascina nel suo vissuto.
E' bello diventare grandi, umili, pazienti, della sua grandezza, umiltà, pazienza.

GCM 03.09.03