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Orrore e speranza

Il Vangelo di Luca riporta il cosiddetto discorso escatologico di Gesù.
E' un discorso che, come tutto nel Vangelo di Luca, vuol ispirare serenità e fiducia. Eppure una lunga tradizione lo interpreta pervicacemente come una minaccia di Dio. Questa tradizione fa molto comodo ai potenti, ecclesiastici e laici, per incutere terrore alle coscienze e quindi mantenere le persone pavide e sottoposte.
I potenti, che si basano sulla violenza anche solo morale, non conoscono l'amore. Infatti i potenti hanno molte amanti, ma nessun affetto. Potenza violenta e amore non si combinano. Erode uccide non solo gli estranei (che egli teme: il potente è sempre un debole), ma anche i figli.

Il brano di Luca non è dettato dal terrore, ma dall'amore. La descrizione di molti orrori (fine di Gerusalemme, scombussolamento del mondo, guerre, fame, rivoluzioni, pestilenze...) è lo sfondo tetro, che fa risaltare più rilevata la salvezza: alzate la testa, perché la salvezza è vicina. All'orrore segue necessaria la salvezza. Anzi l'orrore sembra essere la porta della salvezza. Anche la morte in croce è l'inizio della risurrezione di Gesù e nostra. L'aveva pur detto:
quando sarò elevato, attirerò tutti a me.

Un passaggio del discorso, pone bene in luce il fondamento della nostra serenità. "Le potenze dei cieli saranno sconvolte" a causa del male. E subito dopo il testo recita: "Vedranno apparire sulle nubi il Figlio dell'uomo con potenza". Una potenza questa superiore alle altre.

Affinché il potere del Figlio dell'uomo ci salvi, il Vangelo di Luca richiede in noi due atteggiamenti: non darsi alle orge, ai divertimenti, agli affanni, e pregare sempre; ossia mantenere la nostra vita nella moderazione e nel contatto con Gesù.

GCM 01.12.03