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La gioia perduta

Gesù non soltanto ci ha liberati da molte schiavitù (per es., dall'interpretazione della legge di Dio - che è amore - adattandola all'interpretazione del potere!), ma anche ci ha donato la presenza autentica di un Padre.


"Metterò la mia legge nel vostro cuore", dice il Profeta. La legge umana - anche quella celebrata dagli scribi del popolo di Dio - sta nell'intelletto e nelle opere: non passa attraverso il cuore. La legge di Dio si sprofonda nel cuore. Legge di Dio: ossia orientamento dell'esistenza, illuminazione del cammino, che conduce alla patria (patria = luogo del Padre). Non è fatta di norme da osservare, ma da attrattiva da seguire.


Gesù ci ha riscoperto il Padre, e con il Padre, l'unico atteggiamento possibile: lui ci ama, noi lo amiamo.

Però venne la tentazione. Quella chiesa di Gesù, che era destinata a togliere dagli uomini il terrore di Dio, fu invece infettata da questo terrore. Non rimase aperta allo Spirito.

Infatti a poco a poco si infiltrò in essa la paura di Jahveh, dovuta alle tradizioni ebraiche meno illuminate. I salmi e il Vecchio Testamento non furono vissuti e riletti alla luce del Cristo risorto. Si preferì invece la scelta del Dio vendicativo e giudice.


Lentamente anche il paganesimo greco-romano serpeggiò nella chiesa. Il concetto dei dio spauracchio e disprezzatore degli uomini penetrò dannosamente tra i cristiani, ancora non bene convertiti.


Il senso del Padre perciò si andò sperdendo, sostituito dal senso del Giudice, tanto caro a tutte le autorità oppressive, laiche e clericali.

E il cristiano fu indotto a nutrire sospetti contro l'Amore, e smarrì la gioia.


GCM 02.12.02