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Preghiere dorate

I "vasi sacri", come usa dire, devono essere dorati (o anche d'oro) nelle superfici che si trovano al contatto con il pane eucaristico, con il vino della Messa, o con altro materiale consacrato (olio, ecc.).

I liturgisti si sono fermati all'oro, forse perché il platino (di peso specifico superiore all'oro) è stato scoperto più recentemente.


L'oro fa parte della sacralità. Già i latini lo dichiaravano: "Auri sacra fames". L'esecranda fame dell'oro.

L'oro costituiva la "gloria" del tempio di Gerusalemme, vanto degli Ebrei. "Gloria" era un riflesso della divinità, chiamata appunto "Gloria", sempre secondo la mentalità corrente al tempo di Gesù. L'oro separava la vita profana, che era posta al di fuori della porta d'oro del Tempio, dalla vita religiosa che si svolgeva nel tempio. L'oro quindi separava, secondo le mentalità di allora, i privilegiati da Dio, cioè i ricchi, dai poveri, gli amati da Dio secondo la mentalità di Gesù. I poveri restavano alla periferia, i ricchi al centro.


Sappiamo che Dio sta con gli emarginati. Gesù banchetta con gli emarginati pubblicani. Perfino quando Gesù entra a mangiare in casa del fariseo maggiorente, una prostituta lo segue pure là.


Così troviamo oro nella liturgia cattolica, quella voluta dai liturgisti, debitrice al paganesimo e all'ebraismo, e che tentò sempre di non essere inferiore a essi. Anche qui l'oro separa il sacro (l'ostia, il vino) dal profano, perché l'oro contiene il sacro, che non può essere toccato se non da chi ha "le mani consacrate".


Poi arrivano le parole di Gesù, che stravolgono: "Prendete e mangiatene tutti!". Il pane e il vino assunti da bocche comuni non placcate d'oro, votate a Dio soltanto dalla fede e dal battesimo. L'incarnazione di Dio non si realizzò in un utero foderato d'oro: non sarebbe stata incarnazione.


L'oro liturgico ci allontanerebbe, se fosse capace di incidere nei nostri cuori, dal senso genuino dell'incarnazione per trasportarci nella regione del falso luccichio di un divino creato dall'uomo. Usiamo pure l'oro, ma diamogli soltanto l'importanza di un metallo che non si ossida.


GCM, 29.04.02