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Lutero e Freud

Se Lutero avesse incontrato Freud, la sua riforma avrebbe avuto uno sfociare diverso. Ancora più diverso se Lutero avesse incontrato Jung o Rogers.

Lutero era una persona molto intelligente e passionale, tormentato da quei dubbi, che una volta si definivano scrupoli, e che oggi si annoverano tra le ossessività e le compulsioni.

Anche dopo le penitenze e le confessioni sacramentali (nel periodo cattolico della sua esistenza), Lutero non trovava pace.


Egli ebbe una svolta decisiva nella sua vita, quando scoprì che Dio è misericordioso. Abbandonò la paura del peccato e della dannazione, e trovò la giustificazione dell'uomo nella grazia che veniva e viene da Dio.

Tuttavia il suo temperamento compulsivo e ossessivo, si buttò nell'idea della giustificazione con lo stesso fervore con cui s'era buttato sulla paura del peccato. Terrore estremo nel periodo giovanile, fiducia estrema (almeno all'apparenza) nel periodo successivo.

Prima la paura non gli faceva vedere la misericordia. Poi il bisogno di fiducia non gli fece vedere l'uomo. Infatti per lui l'uomo era naturalmente un dannato, che solo la fede in Gesù poteva salvare.


Però, se l'uomo era costitutivamente dannato, doveva essere anche costitutivamente incapace anche di fede!?

Freud gli avrebbe fatto vedere la radice psichica unica della compulsività e dell'ossessività, che erano non opera del diavolo, ma "disagio della civiltà", ossia dell'educazione.

Jung e Rogers gli avrebbe mostrato le radici positive e sane dello psichismo umano, dotato di quanto è necessario ad una corretta vita psichica.

E su questo impianto psichico, la fede avrebbe scoperto un'armonia profonda tra lo psichismo e il Vangelo. Con buona pace dei suoi scrupoli e … forse anche della chiesa.


GCM 31.07.02