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Sgomento

Molte persone ormai vivono in un bagno di tristezza. Hanno imparato a divertirsi, ma non sanno gioire. Sono dediti allo sghignazzo, ma non riescono a sorridere. Sono ossessionate dalla cura del corpo e dall'illusione di mantenersi giovani, e non apprendono la serenità della vecchiaia e l'attesa del dopo morte luminoso.


La nostra società nutre una profonda tristezza, soprattutto dopo l'11 Settembre, tristezza nascosta dalle luci (che, tra l'altro, oscurano la visione delle stelle) e dalla frenesia (che impedisce il cammino cadenzato del tempo).

Sono invitate a pregare, e rifiutano di pregare (si accusano di incapacità di pregare, mentre il pregare è un semplice mostrarsi a Dio per ciò che si è); se pregano, ripetono nude formule, che impediscono di incontrarsi con Dio e con se stesse.

In realtà sono sempre in fuga da se stesse. Sono in fuga dalla vita, come gli avari sono lontani dalle ricchezze, che pure affermano di amare. L'avaro infatti è lontano dalla ricchezza pur avendone la casa imbottita. Lui non gode la ricchezza, non ne sente la potenzialità. Egli teme e con angoscia che la ricchezza gli sfugga.


Così alcune (o molte?) persone hanno la vita e non la sanno vivere. Fanno di tutto per prolungarla e non perderla, ma intanto non la usufruiscono nelle sue uniche potenzialità presenti.

Hanno paura. Vivono di paure.

Quando poi sono raggiunte da minacce esterne, aumentano le difese, cercano le protezioni, diventano sospettose. Si trincerano nei propri recinti personali e respirano aria stagnante. L'aria della paura de dell'inattività.

Davanti a tanta tristezza, di fronte e questa depressione, resta ancora una speranza?

Tutto posso in colui che penetra in me, mi dona il suo spirito e mi predispone a risorgere.


GCM 16.10.02