HOME

Home > Chiesa SOSTEGNO > Articoli 2001 > Comunione

Comunione

      Lo scrittore, o il giornalista, cristiano scrive per creare gioia.
     "Tutto ciò noi scriviamo, affinché la nostra gioia si completi" (Ia Giov. 1.4).
      La comunità cristiana, se è cristiana, è una continua circolazione di gioia.
      Gesù produce gioia. "Pace a voi" proclama agli apostoli, quando gli appare risuscitato.
      Lo scrittore cristiano è un araldo del Vangelo. Anche le cattive notizie devono sfociare nella speranza.°

      La verità produce vita. Purché sia verità.
Alcuni scrivono verità tristi, per (come si dice)  accusare e smascherare. E si fermano lì. Sono verità propalate allo scopo di distruggere. Queste verità non sono "vere". Per Gesù la verità disgiunta dall'amore non è "la verità". Infatti non si può applicare ad essa la frase di Gesù: "La verità vi farà liberi". Chi è avvinto dall'odio è un omicida e uno schiavo.
      È come la sincerità di certe suocere, che serve sempre ad accusare le nuore.
La comunicazione, compiuta con amore, instrada nella gioia. Ed è cristiana.
      Lo scopo del comunicare cristiano, non è quello di far comunque notizia, ma di creare comunione "con noi", come dice la prima lettera di Giovanni. "Vi scriviamo allo scopo che voi condividiate con noi, e la nostra condivisione si attua con il Padre e con suo Figlio Gesù Cristo".

     Scrivere per allargare la comunione. Quindi scrivere esprimendo se stessi, la felicità della propria ricerca e della propria speranza. Se il giornalista cristiano non dice se stesso, non crea comunione.
      Forse anche in questo si situa la differenza tra il giornalista che scrive le cose "oggettivamente" (il che è impossibile e menzognero) e il giornalista, che scrive, dopo aver visto, per testimoniare e annunciare, donando almeno la propria memoria in atto di comunione.

G.C.M.    30.08.99