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I Salmi

      Una gioiosa abitudine sta attraversando la gente e serpeggia tra i credenti: quella di accostarsi ai Salmi della Bibbia ed usarli per la preghiera.
      Ma non tutti i Salmi sono preghiera, ossia dialogo diretto con il Padre.
      Talvolta ci sentiamo smarriti nel recitare i Salmi, perché non corrispondono ai bisogni del nostro cuore.

      Come può essere "mia" preghiera il godimento per vedere sfracellati i bambini o i cani che leccano il sangue dei nemici uccisi? - Ma anche come può essere mia preghiera (e non solo perché sono un repubblicano) l'incoronazione di un re, che viene posto a capo di un esercito di giovani, o il tripudio per un re che vince la guerra? - Inoltre come può diventare mia preghiera una semplice sfilza di pur magnifiche massime sapienziali?

      Insomma, se mi adatto ad essere in letterale armonia con i liturgisti, i quali indicano e pretendono di imporre il modo di pregare, non sono più in armonia con me stesso. Gli scrittori di spiritualità - così mi insegnavano in noviziato - suggeriscono di "applicare" i testi che parlano di re o di massacri a situazioni mie di oggi: il nemico sarebbe il diavolo, il re sarebbe Gesù ... e via trasformando. Però, diciamolo chiaro, queste applicazioni analogiche o simboliche sono piuttosto esercitazioni di fantasia, dove il mio cuore non trova posto, anziché una preghiera.

      La Bibbia è zeppa di autentiche preghiere. Io sono costernato, quando non trovo in nessun libro di pietà la più bella preghiera che mai sia stata pronunciata su questa terra: la preghiera sacerdotale di Gesù, recensita nel Vangelo di Giovanni.
      E poi tutta la storia della Chiesa (che è l'attuale popolo di Dio, come Israele lo era al tempo della nascita dei Salmi!) è piena di bellissime preghiere, scritte e dette fino ai giorni nostri, e più vicine al nostro sentimento. Perché trascurare anche queste?

GCM        16.01.01