Disperazione e cattiveria
Solamente un disperato può essere cattivo. La quota della cattiveria nell’uomo, ha la misura della quota della sua disperazione.
Satana è il grande disperato. Non può uscire dalla propria disperazione di angelo fallito, che non può più riprendersi. Ed è il regno del male.
Il disperato tende a trascinare gli altri nella disperazione. Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non ci sono più. Un bene irricuperabile induce a disperare.
Siccome la disperazione nasce da un male presente, e siccome tutti gli esseri vivono in relazione, emerge la dinamica di comunicare il male, invidiando il bene e i buoni, e cercando di distruggere il bene: questa è cattiveria.
La reazione di rispondere con cattiveria alla cattiveria subita, non è uscire dalla dinamica perversa, ma è aumentare la consistenza di tale dinamica.
Quando ci accorgiamo che il cattivo, il quale ci aggredisce, è radicalmente un disperato, la risposta autentica sta nello sperare, per la vittima e per l’aggressore. Che è questo se non “pregare per i nostri nemici”?
Satana, il disperato irricuperabile, tende a trascinare il mondo nella propria disperazione.
Quanta disperazione in Hitler, in Stalin, in Mussolini!
E più vicino a noi: quanta disperazione nei rigidi, nei severi, negli offensori, in certi genitori e in certi responsabili!
28.11.19
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