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Salvare non dominare

 
Siamo purtroppo abituati ad assistere alle diatribe tra i politici. Non sono una gara per aiutare meglio la popolazione, ma per avere in mano il manico della situazione.
Il segnalare le mancanze, che si avvisano nella società, dovrebbe servire a far star meglio la gente. Invece sembra che perseguano l’unico scopo di far cadere l’altro per occupare il suo posto.
Si trovano a disagio i pochi ben intenzionati, che indicano i mali al mero scopo di veder se si possono correggere… comandi chi comandi.
Però anche queste anime candide sono interpretate strabicamente.
Tra i nostri politici non so quante volte ci sono i puri di cuore, pur ammettendo che tali ci sono, e che possono davvero recare giovamento alla società. Però non è raro il caso che le loro osservazioni siano scambiate come pretese di acquistare il potere.
È capitato a Gesù.
Egli voleva portare pace tra gli uomini e rendere vivibile serenamente la congerie sociale.
Ma ecco le interpretazioni distorte: del popolo e dei potenti.
Il popolo, avvinto dalla persona e dalle parole di Gesù, “vennero per farlo re”. I potenti inventano il patibolo della croce.
Eppure egli aveva detto e ripetuto a chiare lettere che non era venuto per far giustizia, ma solo per salvare. Ma gli uomini non sanno che farne della salvezza. E noi siamo convinti che solo la salvezza di Dio salva davvero?
26.06.20