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Gesù libero   

Quando noi abbiamo scoperto che Gesù ci ha liberati da una religione del dovere (Legge o canoni) a una fede dell’amore e della libertà, il nostro cuore si è dilatato e anche il nostro parlare con gli altri è diventato sereno e pacificante.

Si continua a incontrare persone, educate dal catechismo per bambini, che anche da adulti portano la sofferenza di leggi imposte.

Non sono ancora passate dal “il cristiano deve fare” al “figlio di Dio è tuffato nell’amore”. Abbandonano la chiesa non perché trovano in essa l’amore di Dio, ma una Legge che costringe e soffoca.

Se oggi Paolo fosse tra di noi, sarebbe costretto a riscrivere la lettera ai Galati.

Il cristianesimo non è un cumulo di prescrizioni, ma un dono di libertà e di speranza per giungere alla libertà totale, dopo aver sperimentato la libertà della grazia.

Gesù resta sempre il nostro modello vivente. Egli non si atteneva a leggi repressive umane (anche Mosè era un uomo), ma quando doveva operare a beneficio delle persone, trascurava (se ne infischiava?) le prescrizioni legali. La sua risposta a coloro che lo redarguivano per aver guarito (lavorato!) in giorno di riposo, rispose: “Il Padre opera sempre, e anch’io opero”. Il suo riferimento non era la Legge, ma la persona di Dio. Da lui abbiamo appreso a riferirci alla “persona di Cristo”.