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Libertà   

Paolo avverte i Galati: “Siete stati fatti liberi per la libertà” non per ritornare schiavi.

Leggo una bella frase di un esegeta: “Vi ha liberati, affinché possiate scegliere”.

Lo schiavo non è capace di scegliere, poiché è costretto a compiere ciò che altre persone comandano. Gesù libera perché non siamo più comandati.

La schiavitù concepita da Paolo è quella della Legge, con tutte le osservanze ad essa connesse.

Gesù afferma che esiste un’altra schiavitù, che pesa sulla vita e sulla coscienza: “Chi pecca, è schiavo del peccato”. Anche al tempo di Paolo c’erano cristiani che si ritenevano liberi di peccare. E Paolo li condanna, li redarguisce in modo aspro.

Chi pecca, quindi, si sottomette al peccato, non lo domina, non ne è libero. In realtà il peccatore è uno schiavo, proprio quando si illude di liberarsi dalle catene dell’armonia con Dio, nello Spirito.

La libertà mostra la sua faccia, quella che Paolo enumera, sempre scrivendo ai Galati, come frutti dello Spirito.

Amore, gioia, benevolenze, fiducia, mitezza, padronanza di sé. Questa è libertà, perché non è sottomessa alla legge. Le leggi, forse presuppongono la libertà in coloro ai quali le leggi si impongono; eppure richiedono la libertà, ma per coartarla, non per alimentarla.

I frutti dello Spirito manifestano ed esaltano la libertà, e la rendono luminosa e soave.

18.09.19