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Gesù rassicura

Laddove il Vangelo ricorda la trasfigurazione di Gesù, troviamo anche il comportamento dei tre apostoli scelti per poi testimoniare sia Gesù sia il proprio vissuto.

Alla voce autorevole che gli indica di “ascoltare”, ossia di sottomettersi, essi cadono per lo spavento. Sono esterrefatti: grande spavento, questo dice il testo.

È questa la solita reazione di fronte all’inatteso? È la percezione di un divino pesante? C’è quasi una rispondenza tra l’”ascoltatelo” e la paura?

A questo punto ecco Gesù, quel Gesù che pure li aveva invitati.

Sembra quasi che Gesù si interponga tra il “sublime” e la paura umana davanti al mistero.

Il Vangelo così ricorda Gesù: si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi: non temete!”.

In Gesù si risolve la contraddizione tra la paura del mistero, e la povertà umana. Dove si trova la paura davanti al divino (ricordiamo le ricerche di R. Otto?) l’intervento di Gesù porta la serenità, la pace.

La religione, in tutte le sue forme, genera paura, incertezza, smarrimento, scrupoli. La presenza di Gesù, di persona oppure tramite la fede, che è sempre sorretta dallo Spirito Santo, genera e regala pace.

Gesù si avvicinò! Dopo la Risurrezione è sempre vicino: l’Eucarestia ce lo conduce vicino e intimo.

Gesù li toccò, quasi a svegliare in essi il senso della umana materialità.

Poi disse: ancora una volta la sua parola crea, produce.

08.03.20