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Dio visibilmente 

Davanti al dinamico e all’eccesso della natura, e, tenendo presente anche l’ipotesi comune di una rivelazione primordiale (Dio che conferisce con Adamo), l’uomo si è trovato sempre davanti alla presenza misteriosa del divino.

La tendenza umana a rendere definibile il mistero, ha sempre cercato di scoprire la faccia di quest’essere occulto. Dopo la rivelazione ad Abramo, una certa definizione di Dio si tentò, fino alla rivelazione di Dio al “suo” popolo.

Tuttavia era fatale alla persona umana avvicinarsi a Dio utilizzando le proprie facoltà, tra queste i cinque sensi. Questi, per essere appagati abbisognano di vedere, di toccare, di udire. Ed ecco la ricerca di una definizione, di una immagine di Dio. Allora tutto ciò che era arcano per l’uomo fu rivestito per poter essere collocato.

Le cose misteriose, come il sole, la vita delle piante e degli animali, l’organizzazione familiare e statuale, tornarono utili per dare una faccia al divino misterioso. Si formò allora la mitologia e si formò l’idolatria.

Perfino il popolo della rivelazione pre-cristiana ebbe necessità di “collocare” il divino (arca, tempio).

Il Padre, nel suo amore, avendo lui creato i sensi anche per essere conosciuto attraverso di essi, volle mostrarsi sensibilmente e visualmente all’uomo, anche per appagarne il bisogno di vedere.

Ed ecco il dono dell’incarnazione: Gesù.

12.02.20