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Seme e crescita

Il seme, secondo la parabole, è sparso ovunque: è un dono universale. Il primo seme è la stessa creazione, che è di tutti, anche degli animali.
Dio si dà a tutti, non lesina mai la sua presenza. Questo, tra l’altro, desta riconoscenza e gioia. Anche la gioia dell’arte, che è un modo con il quale l’uomo fa crescere il seme divino.
Nel mondo c’è fioritura di senso divino. Fioritura ora perenne, ora soltanto breve. È perenne in chi accetta Dio, nella sua opera e nella sua parola. Certamente la pienezza di risultati (il cento per uno) si attua dove la parola è accolta pienamente.

Per facilitare la presenza piena del frutto della parola, ecco il dono dell’incarnazione e l’immenso bene della fede.
Grazie alla fede la Parola di Dio cresce talmente nel credente (e non soltanto nei preti), da produrre fiori e nuovi semi, che sparsi fanno crescere nuove piante. Questa è la missione di ogni cristiano: accogliere la parola di Dio e trasmetterla. Così, nel donare la parola agli altri, il cristiano sente solidificarsi la stessa parola dentro di sé.

Il Cristianesimo non è una religione, che, naturalmente, tende alla staticità e alla ripetitività. Il Cristianesimo è una fede, che, per sua natura, tende alla dinamica crescente verso la vita eterna (escatologia).
Nemmeno le più alte acquisizioni arrestano la fede su “già avvenuto”. La fede spinge: “già e non ancora”. Essa infatti guarda sempre avanti, non per dimenticare il passato (vedi, per esempio, Gesù Risorto) ma per attendere gli sviluppi della Parusia.

22.07.19