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Gesù presente nel Vangelo  2

Se diamo per acquisito che il Vangelo non è un semplice rimando a Gesù, ma un presentare Gesù nella sua missione di Verità presente nel mondo, come risorto, allora mi sembra utile indicare tre conseguenze.
1° - Riconoscenza a Gutemberg, che ha esercitato il proprio sacerdozio annesso al popolo santo (rileggiamo S. Giacomo). Egli ha resa possibile la presenza del Vangelo in ogni ambiente. Che poi la stampa sia a beneficio anche di altre operazioni umane è dono aggiunto.

2° - Ai sacerdoti e ai diaconi, una rubrica liturgica indica di pronunciare una formula dopo aver “proclamato” (non meramente letto) il Vangelo, durante il raduno per la messa. Io me la ripeto sempre come l’ho imparata, in latino: “Per evangelica dicta, deleantur nostra delicta”. Attraverso le parole del Vangelo siano cancellati i nostri peccati. La forza purificatrice del Vangelo non si sprigiona perché esso è una formula magica, ma perché Gesù purifica e perdona.

2° - Gli ammalati. Per renderli partecipi di Gesù Eucarestia, ci si serve di sacerdoti, diaconi, ministri dell’Eucarestia. Eppure il malato può avere Gesù presente, anche nella Parola del Vangelo. Quindi è così facile questo tipo di presenza di Gesù! È sufficiente la cortesia di un familiare che legga, accanto al malato, un brano o una frase del Vangelo.
Forse, quasi per opposizione ai protestanti (solo Scrittura), ci si è dimenticati del conforto della parola.

19.08.19