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Riconoscere Gesù

Gerusalemme, se tu avessi riconosciuto quanto era utile alla tua pace!...

Gesù piange su Gerusalemme. Gesù viene respinto e condannato dal Sinedrio*. Eppure Gesù, anche dopo la sua morte, è presente in Gerusalemme.
Gesù non è assente dal peccatore, da una famiglia atea, da una città corrotta, dall'ONU miscredente, da una nazione che trascura i poveri.
Questo è il mistero. Nessuna cattiveria umana è in grado di cacciare Gesù dal cuore o da una comunità. Gesù non ci abbandona. Il Padre l'ha voluto risorto, per renderlo presente al mondo, agli uomini che lui ama.

"Se tu avessi riconosciuto!". Il non riconoscere Gesù presente, anche dove si pretende di scacciarlo. Qui si fonda la nostra speranza. La speranza per noi, la speranza per questo povero mondo.
Si possono anche bruciare chiese, e togliere il Crocifisso da un'aula scolastica, su istigazione di un poveraccio arrabbiato e fondamentalista, ma non si può strappare Gesù da una città, o da una scuola. Lui resta lì, benedetto, amante, immortale e invisibile.
"Riconoscere". Non farlo entrare, crearlo, inventarlo. Riconoscere una presenza viva, perenne.
Riconoscere anche Gesù in me. Le mie dimenticanze di lui, i miei errori, i miei peccati non l'allontanano da me. Il suo sguardo comprensivo è sempre dentro di me, disposto a fissarmi con amore, come egli fece con Pietro dopo il rinnegamento.

La mia cattiveria ricade su di me, non allontana lui. La mia bontà è un modo di riconoscerlo, di affiancarmi a lui. Riconoscerlo è lasciar divampare in me la sua vita, essere inondato dalla sua bontà. E sperare.

GCM, 20.11.03