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L'uomo appagato

Gesù, in un certo modo, definisce la vita che si evolve in un nuovo modo, ossia la vita "eterna". Egli si pronuncia così nel vangelo di Giovanni (cap.17): "Questa infatti è la vita eterna: la finalità (hina) di conoscere te, il solo manifesto (vero) Dio, e colui che inviasti, Gesù Cristo".


Gesù è venuto a portare a noi la vita eterna, in vista delle quale non solo è stabilita la sua incarnazione e la sua missione, ma anche la creazione e la nostra nascita.
Tutto fu creato in vista di lui, afferma Dio, tramite il suo Spirito nel Vangelo. Anche l'uomo libero è creato in vista di Gesù. Ogni uomo, ogni essere creato è destinato dall'eternità di costituire una tessera del grande mosaico del cosmo. Il cosmo ha significato solamente se corrisponde all'idea fondante, al progetto eterno di Dio. Il progetto è, appunto, il Logos. Grazie al Logos tutto fu creato, e tutto deve ritornare a lui per costituire l'armonia dell'universo.

A differenza delle cose (astri e atomi), che sono "meccanicamente" indirizzate a Gesù; a differenza degli animali, che sono istintivamente e vitalmente indirizzati a Gesù; l'uomo è liberamente indirizzato a Gesù. Soltanto l'uomo è in grado di turbare o di ritardare la formazione ultima della compattazione dell'immenso mosaico cosmico. Può ritardare, rendere scabroso il formarsi dell'armonia dell'universo. Ma alla fine il progetto di Dio si attuerà.

"Per ultima sarà distrutta la morte, il grande nemico, e tutto ritornerà al Principio".
Il Satana, la morte, gli oppositori avranno successi effimeri, ma noi, alla fine, trionferemo con il Cristo, ricostituito nella gloria primigenia, che ebbe prima che il mondo fosse forgiato nello stampo (come ci svela Paolo).
La disperazione dell'uomo nasce dal suo disprezzo della propria cristianità.

GCM 25.05.04