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Il Padre ama

Durante il colloquio di Gesù con Nicodemo, secondo il ricordo di Giovanni l'Evangelista, Gesù affermò: "Dio ha amato il mondo in maniera tale da dare il suo Figlio unigenito".
Di questa proposizione non sfugge alla contemplazione nessun membro.

Dio ama il mondo. Il mondo è sua "creatura"; ogni creatura è generata con passione e con amore. "Vide che era bello!" nota la Genesi, quando Dio si pone un po' a distanza per contemplare la sua opera. Dio ama tanto il mondo ancor oggi, da farlo espandere continuamente, mentre scriviamo e leggiamo.

Nel mondo che si evolve, Dio ama, in maniera sublime, la creatura più bella del mondo: l'uomo. Perciò la perversione dell'uomo o lo sfruttamento delle energie della terra che conducono alla distruzione della terra stessa, sono "dolori" per il Padre.

La misura dell'amore di Dio per il mondo è una misura divina, infinita. Dio ama infinitamente il mondo e l'uomo. Amare infinitamente, in Dio, equivale ad amare con tutto se stesso.
Dio non solamente è infinito (= attributo), ma è l'infinito (= sostantivo). Perciò se Dio ama infinitamente, e solo infinitamente (e non può essere diversamente), deve "riversare" se stesso nel suo amare.

Il Figlio gode della stessa infinità del Padre. Perciò il Padre "riversa" nel suo amare tutto il proprio essere Dio: unitrino, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Siccome è scritto "Dio amò il mondo in maniera tale da mandare suo Figlio", nel mandare il Figlio, Dio ama infinitamente. La presenza del Figlio nel mondo è l'infinito amore di Dio manifestato, in modo che anche i nostri occhi e il nostro cuore, possano costatare, per quanto è possibile, la presenza di un amore infinito.

GCM, 10.04.02